L’innovazione è un motore che non si spegne mai e tutti sono attratti da essa. Tale attrazione si accende dal nuovo che avanza giorno per giorno. Questo accade anche per l’elettrico nelle auto. Spesso è l’entusiasmo a catturare l’interesse dell’innovazione, ma allo stesso tempo bisogna essere consapevoli che non si vive nelle favole ma nella realtà. La nostra realtà dipinge uno scenario completamente diverso da quello che si propone Elon Musk con Tesla e da quanto scritto da giipsy qui. Cosa voglio dire con ciò? Non è tutto “elettrizzante” ciò che è con Tesla come non è tutto oro ciò che luccica.
Nonostante l’entusiasmo e il successo di Tesla nel settore delle auto elettriche, ci sono aspetti e opzioni nel panorama dell’energia e della mobilità sostenibile che possono offrire soluzioni altrettanto valide o addirittura superiori, a seconda delle esigenze e delle preferenze individuali. Con questo contenuto cavalcheremo l’onda dell’innovazione targata giipsy presentandovi un altro mondo oltre l’elettrico, scopriamo cosa e perché. Prima però riporteremo il caso di un’inchiesta giornalistica, Green Hypocrisy, inchiesta su cui i principali canali d’informazione hanno gettato un velo d’ombra lasciando parlare l’indifferenza.
L’elettrico nelle auto: il progetto dell’UE.
L’UE ha messo sul piatto due miliardi di euro per favorire la produzione di batterie elettrice e favorire la mobilità elettrica. Una parte di questi fondi sono destinati a rimettere sul mercato i vecchi veicoli alimentandoli con l’energia solare. Questo perché non tutti possono permettersi una Tesla da 40.000€. Tuttavia, tale esperimento rudimentale ha portato alla morte di una ricercatrice del CERN e di uno studente specialistico di Ingegneria Meccanica. La causa principale è stato lo scoppio di un incendio scoppiato nell’auto. Poco prima dell’accaduto si sentiva un odore acro in macchina e faceva molto caldo. Questo sembra indicare che il responsabile di tale situazione fosse proprio la batterie elettrica, in deterioramento.
Secondo quanto detto dalla Presidente della Commissione Europea, l’obiettivo è rendere il continente europeo full of electric. Un controsenso tale corsa se consideriamo tale incidente. Il problema è che in Europa l’energia costa cara. Quindi a seguito di limitazioni per accedere alle materie per raggiungere tale obiettivo bisogna accordarsi con USA e Cina. Questo significherebbe importare macchine dai rispettivi paesi e produrre macchine negli stabilimenti di questi rispettivi paesi. Questo anche a seguito dell’accordo tra Stellantis e Leapmotor, un produttore di batterie elettriche cinese. Questo mette a rischio tutta la filiera dell’automobile europea. Inoltre, anche la stabilità sociale visto che in Europa 3 milioni e mezzo di persone lavorano nell’industria automobilistica.
Cosa si nasconde dietro la sostenibilità dell’elettrico?
Il prezzo di una macchina elettrica dipende soprattutto dalla batteria che sostituisce il motore tradizionale. Le più usate hanno nichel, cobalto, litio e manganese in quantità che variano in base ai produttori. Esse devono garantire durata di utilizzo, potenza e velocità di carica. Per diventare primo continente dell’elettrico bisogna possedere tali materie prime. L’Indonesia è un grande produttore di Nichel e proprio per questo è stata costruita un’industria interna per evitare di esportare materia prima bensì prodotti intermedi.
Tale industria dell’elettrico nelle auto ha favorito la deforestazione dell’ambiente circostante distruggendo la biodiversità della regione, flora e fauna. Ecco un lato oscuro dietro l’ecologia dell’elettrico e del “costa meno”. L’industria per estrarre tale materia prima in Indonesia è tutta a carbone. Un paradosso no? Con emissioni di Co2 pari a 302 milioni di tonnellate e per ogni Co2 emessa si produce un rifiuto tossico che si smaltisce nell’oceano. Tutti gli scarti industriali si riversano nel mare con un impatto significativo per l’ambiente. L’acqua è di un rosso intenso diverso dal blu cristallino. Tutto questo ci porta a una domanda. Ursula Von der Leyen ha a cuore la tutela dell’ambiente o la tutela del business?
Il futuro oltre l’elettrico nelle auto…
L’Islanda dietro alla corsa al Nichel e all’elettrico si può dire che è un paese controcorrente perché ha fatto un grosso investimento sull’idrogeno e metà paese va a idrogeno e anche i mezzi pubblici e le flotte dei pescherecci, in quanto la pesca rappresenta il 70% del PIL del Paese. Con ciò cosa voglio dire? Voglio dire che l’Idrogeno sarà il futuro della mobilità sostenibile. Perché? Tre motivi spingono a favorire l’idrogeno piuttosto dell’elettrico. Scopriamoli.
- Autonomia e Tempi di Ricarica: Una delle principali ragioni per abbracciare l’idrogeno rispetto all’elettricità è la sua capacità di offrire tempi di ricarica più veloci e un’autonomia estesa. Mentre le auto elettriche richiedono tempi di ricarica più lunghi e possono avere limitazioni nell’autonomia, i veicoli a idrogeno possono essere riforniti in pochi minuti, consentendo viaggi più lunghi senza soste prolungate.
- Peso e Spazio: Le celle a combustibile a idrogeno offrono un’alternativa leggera rispetto alle batterie dei veicoli elettrici. Le batterie tendono a essere pesanti e occupare spazio significativo nel veicolo, influenzando il suo peso complessivo e le prestazioni. Le celle a combustibile, alimentate da idrogeno, sono più leggere, contribuendo a una maggiore efficienza del veicolo senza compromettere le prestazioni.
- Produzione di Energia Pulita: La produzione di idrogeno verde, ottenuto attraverso l’elettrolisi alimentata da fonti rinnovabili come il vento o il sole, contribuisce a un ciclo di vita più sostenibile rispetto alla produzione di batterie per veicoli elettrici. La produzione di batterie richiede un processo estrattivo che favorisce la deforestazione e quindi l’inquinamento dell’ambiente come precedentemente affermato dall’inchiesta Green Hypocrisys. Invece, l’idrogeno verde può essere prodotto senza emissioni di gas serra, contribuendo così a un impatto ambientale inferiore rispetto a certe fasi della produzione delle batterie elettriche.
Considerazioni finali
Inoltre, il futuro suggerisce la trasformazione della Tesla da elettrico a idrogeno combinando i vantaggi specifici dell’idrogeno con le prestazioni eccezionali di Tesla. Questa mossa potrebbe rappresentare un passo verso una maggiore diversificazione delle tecnologie di propulsione e anticipare un mercato in continua evoluzione nel settore della mobilità sostenibile. Chi adotterà tale tecnologia per la mobilità diventerà davvero pioniere dell’industria automobilistica oltre che leader del settore, tutelando per davvero l’ambiente.
Per come stanno oggi le cose, c’è un interesse forte dell’elettrico ma è il marketing a vendere tale prodotto come amico dell’ambiente. Il vero interesse sta nei soldi, perché genera tanta ricchezza questa industria soprattutto in Indonesia. Ma l’entusiasmo può alimentare indifferenza verso oceani sempre più rossastri e bollenti, aria irrespirabile e di colore nero e incidenti all’interno di tali industrie su cui nessuno vuole far trapelare nulla?