Ti sarà sicuramente capitato di vedere su Facebook o Instagram una pubblicità che recita più o meno così: “Svendita totale! Storico negozio artigianale italiano costretto a chiudere dopo 50 anni di attività…”. A corredo, immagini commoventi, magari di un anziano signore dietro il bancone, scaffali vuoti, e uno sconto imperdibile. Oggi puntiamo a colpire la realtà dei finti negozi italiani che in realtà sono cinesi e benvenuti su giipsy blog, il portale dell’informazione che vuole tutelarti dalle truffe.
Peccato che quel negozio… non sia mai esistito. Le immagini? Generate con l’intelligenza artificiale. L’indirizzo? Inventato. Il dominio? Registrato da aziende cinesi, che sfruttano la credibilità del Made in Italy per vendere prodotti di bassa qualità, spesso mai consegnati.
Che strategia inventano questi finti negozi italiani?
Negli ultimi mesi, l’allarme è stato lanciato da più fonti autorevoli, tra cui il divulgatore Marco Camisani Calzolari, noto per il suo lavoro contro le truffe digitali. Secondo MCC, è in atto una vera e propria strategia ben studiata:
- Creano una finta storia: si inventano un brand con un nome italiano evocativo (es. Tagliabue, Monova Milano).
- Generano immagini emozionali con strumenti di AI come Midjourney, rendendo il tutto più credibile.
- Puntano sulla leva emozionale: la chiusura di un negozio, la perdita della tradizione artigiana italiana.
- Vendono merce di provenienza asiatica spacciata per italiana, spesso senza recapiti chiari, partita IVA italiana o garanzie di reso.
Come si possono smascherare questi finti negozi italiani?

Ecco alcuni strumenti e consigli pratici per tutelarsi:
- Controlla la Partita IVA
Visita il sito https://www.agenziaentrate.gov.it e inserisci la partita IVA del sito: se non è valida o inesistente, allerta rossa. - Fai un controllo Whois sul dominio
Vai su https://whois.domaintools.com e inserisci il nome del sito. Se vedi come paese di registrazione China, Hong Kong o Singapore, il dubbio diventa realtà. - Cerca recensioni reali (non nel sito!)
Cerca il nome del negozio + “opinioni” su Google. Se non trovi nulla di attendibile o solo commenti anonimi, probabilmente è tutto orchestrato. - Diffida dei siti creati da poco
Se il dominio è stato registrato da pochi mesi, eppure si parla di “negozio storico”, è un’altra red flag. - Controlla le immagini
Puoi usare https://www.images.google.com per fare una ricerca inversa e scoprire se le foto sono state generate con AI o già usate da altri siti.
Riflessioni finali sulla truffa cinese
Questi finti negozi non solo truffano i consumatori, ma danneggiano profondamente le vere aziende italiane, quelle che davvero faticano ogni giorno per mantenere viva la tradizione e l’eccellenza artigianale del nostro Paese. Usano la nostra storia come arma commerciale per arricchirsi a discapito della verità e dell’identità nazionale.
💡 Se vedi una pubblicità sospetta, segnala!
Su Facebook e Instagram è possibile cliccare sui tre puntini in alto a destra e selezionare “Segnala annuncio”. Non costa nulla, ma è un gesto di tutela collettiva.

